Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/344

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Valichi di montagna 311 ìnandrc, saltati giù dai dirupi, ràmpicano sulla via, quindi vi Iròllano di pari e nell’offrirvi con insistenza o una ciocca di lamponi grondante ancora di pioggia, o qualche gagliardo e peloso fiore dell’alpe, chicdonvi d’un tuono querulo ime patite pièce, mo-ossieu.... Il nostro piccino, però, fra i mercantuzzi del luglio suo non occupava l'ultimo luogo. — In- <piantochè egli possedeva nientemeno che una scatoletta di cartone in cui stavano in mostra bianchi ciòttoli con isquamuzze d’oro, acuti c diàfani quarzi, pallottoline a làmine di un grigio-ferro lucente, più una fotografìa da stereoscopio, un po’ ingiallita, è vero, ma che, in compenso, rappresentava, indovinate ? Il Louvre. — Il nostro piccino avieva poi, dal nascondiglio ove i genitori lo ponevano ogni mattina, da qualche tempo adocchiala la nòbile coppia, l'aveva attesa e, naturalmente, vistosela a tiro, apparve. Ma, avanti di dar l’avviatura a’ suoi affari, ei si rattenne vicino all’àlbero da cui era uscito e steltCj con un ditino alle labbra, come per isludiarc il terreno delle sue pròssime operazioni di commercio.... Certo, se a conti falli, decise di principiare dalla signora, lo spingeva a lei quella simpatìa d’istinto che lega il fanciullo alla donna. Kg li adunque discese, saltò il rigàgnolo e, faiuigliarmente appoggiatosi al tronco di abete sul quale Lumia siedeva, diede a cosici l’opportunità.... meglio il piacere di esaminare tulle le di lui ricchezze. Lumia aveva levala la lesta. (ìuardò lentamente il bambino con quell’aria che dice : sei arrivato in mal plinto — e al suolo riabbassò le pupille. Ma il ragazzino non se lo tenne per detto ;