Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/345

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312 GOCCIE D’iNCHIOBTRO l sapeva dairesperienza che chi dura la vince. Quindi, al diniego della conlessa, ben in contrario di andarsene, scelse nel botteghino uno fra i ciòttoli, a parer suo il più belio, e sulla palma lo presentò con importanza alla dama (piasi dicendo: osserva un po’ questo e (lini- mi di 110, se lo puoi. Emma fissollo di nuovo. Davvero che le pii*- Iruzze non la solleticavano. E infatti colla sua già stava per allontanare la ostinata mano del bimbo.... quando una nuova idèa le balenò. Cambiando allora il primo moto di repulsione in uno allrallivo, tirò a se dolcemente il piccino, gli fé* una carezza, ed indicàndogli il conti*, o meglio, il dorso di quello, con molli gesti e molti sorrisi lo eccitò a portare la sua mecca uziuola al mossi cu. Il bimbo assaporava il mulo discorso della contessa. Figuratevi poi se egli che, di sòlito, caccialo brutalmente da que’ di destra delle vetture, usava passare a manca, ritornando alla càrica, e così di seguilo, figuratevi, dico, se non doveva arrèndersi all’allabile invito della giovine donna ! Periocchò, appena egli ebbe compreso quanto si desiderava da lui, pigliò le mosse alla volta del conte e.... Ma a mezza via sostò. Ah ! i galantuòmini son proprio case di vetro. Hanno bel celare le «loro passioni : esse trapelano più che il sudore dalla lor pelle. E in verità ; il dorso di Alberto, curvo, dal capo in iscorcio, dal collo mezzo nascosto pei sollc- vàtisi òmeri, dava a capire più che un si-i v- noto in maiùscole, come al didentro fosse gonfia marina — lauto gonfia che il nostro morsello di uomo, fin lui ! l’audace tra gli audaci, l’abituato ai musi in broncio ed alle frustate, si volse interrogando incerto col viso la nòbile donna.