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326 GOCCIE D’INCHIOSTRO Profumo di poesia. Miss Ada Banner of Bannerlodge, con un lomctto del suo inseparàbile Moore sottobraccio, risaliva le scale del Grand Ilótel de Genève a Roma e veniva dall’avcr impostato il suo terzo reciso rifiuto alla terza insistente proposta eli matrimonio del cugino di lei, Tomaso Turtleson. esq. Mò figuratevi presunzione ! Parlare di matrimonio, anzi di letto matrimoniale, ad una che non capiva se non l’amore di contrabbando (che è il più incòmodo amore) parlarne poi tanto alla buona, tanto commercialmente, come se si trattasse di un afTar di formaggi. Infatti — circostanza aggravante — il cugino Tomaso negoziava all’ingrosso di questo alleato degli osti. Per quanto muschio sentisse la sua carta da lèttere, le delicatissime nari di Ada, odoravano sempre formaggio. Pàride anche — chissà ! — avrà esercito in sìmili gèneri, ma Priamide vestiva pelli agnelline e non avèa su ditta. Ima- ginate ! Sposare un «Thomas Turtleson and Co. all’insegna della Vacca e 'del Bue ! e di più, uno le cui ventrali carnosità, già inestètiche, auguràvano di riuscire nella maritale sbottonatura alle rotondità di una pancia. Doma lido io, come possìbile i voli con una sìmile bomba ai piedi? Come i lunari colloqui con un paralume tale dinanzi? Fanciulle 1 gran bella cosa la poesìa.... — Parlo s’intende, non a quelle dense tosoccie o piuttosto c pollanche ingrassate col riso » che si perméttono di avere sempre appetito e sempre voglia di rìdere, ma a quelle, le quali, - tenuia vix summo vestigia pùlvere signant,