Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/371

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338 GOCCIE D’INCHIOSTRO la posta di un panettone : a me si moltiplicano le idèe, le più disparate assorellatisi. Tutte quelle imàgini, la notte prima plasmale, dietro alle quali durante il giorno ho corso.... dalle dalle.... 11011 imprigionandone che qualcheduna — ed anche questa sciupata — mi riappàjono, disegnatisi nettamente. Se un dolore, una mortificazione, un’oilesa, ni’lian fatto nodo alla gola, ecco tranquille làgrime che le cancellano: il ricordo delle mie buone azioni — quantunque le buone sien poche — m’inonda di gioja. Poi — alcuna volta — disfatto in un balli- baleno il mondo, ivi lo rifaccio a mio modo: che generale riversamento ! Altre invece, il cervello, non conservandomi di sè che una bricia, mi si suddivide ili migliaja di parti. Allora, fra de* pìccoli èsseri mici, riannodo le fila interrotte dal giorno, le fila delle loro comedie o tragedie. Circola in ognuno la mia volontà ; tutto, dinanzi ad essa, si piega ; oppongo a mè medésimo ostàcoli per II piacere di abbàtterli. Insomma, ho adirla? io non gira- ! voi lo più con la terra. Fuori da ogni potenza fisica, fuori dal tempo — creo, provo la superbia di.... — Gigio è nella sua casetta — fé’ Claudia, riaprendo la porta. 11 vecchio bossolottajo. Ma no ! non intendo dire ch’egli facesse bene: tutl’altro: bossolollava scelleratamente. E io capisco che a cittadini abituati alle sedute fisin- niagnètichc del cavaliere X o del professore V, i giuochi del cot-co-dck la (/allina fa l'uovo e del viaggio di Giovannin della Vigna, dovèan seni-