Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/387

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354 GOCCIE D*IK CHIOSTRO hai in una dìsputa con sperimento cangiato l’agonìa di Sòcrate e 111 una tranquilla aca- demia l’impero di Marco — o tu che non abbandoni ehi ti ama ; ùnico patrimonio salvo dui colpi della tori una. Vieni e contòrtami. Dalle tue eccelse regioni, imperturbabilmente serene, ben sai il mondo cos’e — : un punto, un quasi impercettibile punto. Che è dunque colle sue piccine passioni la umanità ? anzi — fra il lampo di vita ed il tuono di morte ov è l'uomo ? Filosofìa, dammi, se non il sorriso, l'indifferenza almeno ilei saggio. Menti, ina consolami. Non c’è male, ni hai detto, donde bene non sorga. Natura è perpetuamente, incorreggibilmente buona. Al disopra di quelle nerissime nubi, splende immacolato l’azzurro: si scioglieranno le nubi, l’azzurro mai. Se ti par dunque la vita un doloroso sospiro, non è forse la morte la cessazione eli quello '! e se la morte è di un dolore la fine, perchè la invidi, la imprechi, la vuoi furare a chi ami ? Ami! — sì è \ero — ma avresti amato poi sempre ? — Lisa era bella.... la vecchiaia avrebbe la resa brutta : Lisa era buona.... la bruttezza l’avrebbe falla sembrare cattiva. Ma. or morendo immatura, essa ti lascia il ricordo di lei intallo. Ti sarà sempre e gióvane e bella e soave e.... tua'.* Di desiderio più che di soddisfazione cibasi Amore. Eternamente si àrnano gli ideali perchè non raggi ungo usi mai. (osa invece chc cominciò, è destinata a cessare. Or non è meglio che cessi innanzi la sazietà? Eppòi tu se’ nato agli studii. Vogliono pace gli studii.... Dove trovare mai pace fuorché in solitùdine? Distratto dalle quotidiane meschinissime cure della famiglia, con un occhio a1 la péntola aspettata dai tuoi figliuoletti e l’aliro “