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Panche di scuola 49

La (filili scolaresca continuava a tacere: dopo la pioggia rimane un po’ di frescura. E questo il me, quel follellino che conoscete di già, pareva enorme, miracoloso ; io non riusciva a persuadermi che de’ maliziosi visetti, come scorgeva ne lauti, potessero non fare d’occhio nemmeno. — Che siano tutti ammalati ? — pentivo — quando \h ! Io giurerei — quantunque egli si affocasse a dire: no, nti — fu quel ricciuto, fu quello nel canto di destra, il primo a lanciare una pallina di mollica. Naturalmente, ne vennero quìi, risa ; là, una pispilloria all’indirizzo del colpilo, poi — ecco l’esempio ! — una seconda pallòttola, altri susurri, altri risetti, un leggier scalpiccio, e il tonfo (casuale?; di un dizionario. Via via, il rumore si accrebbe: dopo qualche minuto mi ero tranquillizzato del lutto sulle condizioni sanitarie de* miei nuovi compagni. 1 cari quielini ! balzavano su e giù nelle panche come i salterelli del pianoforte ; uno, buffettando e battendo sul- l inlavolato coi piedi, imitava il vapore ; un altro anatrava ; chi faceva di castagnette ; chi zufolava.... alla sbrigata, ciascuno si cavava i suoi gusti nò più nè meno che se al posto di bhioldi slesse invece piantalo un portaman- lelli. Signori, — pregava intanto il pòvero ap- piccapanni, — un po’ di silenzio.... sol per mezzora.... 'Scrìvano.... Conjugare 1 verbi: io mangio. bevo e.... St ! cari.... fate un po'1 l'agnellino.... - Si udì un piagnoloso belato. — Zitti, dunque. L)a bravi.... I verbi : io mangio. bevo e.... Lab ! santo Dio ! Gori.... ma tenete a casa la lingua.... — (ieri si levò. Era un lasagnone di un fanciul- lolto cròi e grosso, vestito di un panno giallo ; D,»SM. 4