Pagina:Opere (Rapisardi) IV.djvu/19

Da Wikisource.

Dopo gli orti e i giardini al vasto piano
     Imbiondiscono i parchi orzi, festivo
     95Cibo di pazienti asini; fitte
     Mareggiano alle tarde aure le ariste
     Dei più nobili farri, e tra le secche
     Foglie al vento sonanti erge le rance
     Pannocchie il gran, che di sicano ha nome,
     100Però che d’ogni frutto, onde si nutre
     Degli uomini la forza e delle fere,
     Sempre fu la mia sacra isola altrice.
     Quindi ai ceruli tempj, immacolati
     Lungamente di nubi, apron le braccia
     105Flessuose le palme, liberali
     Al lento peregrin d’ombre e di sonni,
     Nè scortesi di cibo, ove tra’ rami
     Pendano i grappi de’ nettarei fichi;
     Stormiscon quinci al vespertino orezzo
     110Bruni boschi di cedri, onde per largo
     Tratto si sparge l'odoranza intorno.
     Là, sotto il poggio aprico, entro la vigna
     Ch’ora i tralci protende umili e brevi,
     Or li spiega fra' cari alberi al sole,
     115I palmenti capaci alzar tu vedi,
     Da cui l'autunno con fragranze acute
     Gorgogliando riversasi nei tini
     L’onda spumosa del purpureo mosto;