Pagina:Opere (Rapisardi) IV.djvu/51

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Parte prima, libro I

     Quando il mesto corteo giunse alla tenda
     Del pensoso Giobbide: una leggiadra
     Tenda, asilo d’amor, dalle paterne
     915Case lontana e tutta intorno cinta
     Di verdi ombre e di fiori. In molli strati
     Poser l’egra a giacere; ad uno ad uno
     Dileguaronsi i prodi; a custodirla
     Chiamò Chèdar le ancelle; ei su la porta
     920Come stanco leon vigile stette.
L’opra udita del figlio, a lui sen venne
     Ch’alto era il sole il genitor pietoso
     E il buon Zare con lui; vennero anch’essi
     Richiamati da’ campi Efa ed Elei,
     925Jètur, Mèdan e Misma (erano questi
     Del glorioso archimandrita i figli,
     Prole cara al Signor); ma della casa
     Stette Oleila a custodia e restâr seco
     Le tre vergini figlie. Ignara affatto
     930Del caso ell’era, poi che il buon marito
     Occulto gliel’avea con pia menzogna;
     Ma in una vaga trepidanza incerta
     Fluttuava: dai soliti lavori
     Svolgea spesso il pensiere; ad ogni suono
     935Balzava ansia; correva al limitare,
     Tendeva il dubitoso occhio al sentiero
     Che fra’ campi s’apría: già che l’assenza