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TESTI POESIE | 395 |
La sacra tomba, e le provincie oppresse,
70E quasi in obblio messe
La Fè, la Gloria, in vil magion sepolto
Tu resterai idolatrando un volto?
Aspra, Rinaldo, alpestra
E la via di Virtù; da’ regni suoi
75Vezzi, scherzi e lascivie han bando eterno.
Accoppia a forte destra
Anima continente, e i prischi eroi
Scemi di gloria in tuo paraggio i’ scerno.
Quell’è valor superno
80Ch’in privata tenzon col proprio affetto
Sa combattendo esercitar un petto.
O de gli Esperj scettri
Alfonso onor primier, divota Musa
Con queste voci a tua virtute applaude:
85Vile è ’l suon di quei plettri,
Ch’adulatrice man di trattar usa,
Nè cetra lusinghiera è senza fraude:
Ma se con vera laude
De gli onor tuoi mia penna i fogli verga,
90D’ambrosie stille Eternità gli asperga.
Amor, cui chiama il mondo
Arciero onnipotente, in sua faretra
Rintuzzato per te trova ogni strale.
Che non fa d’un crin biondo
95il lascivo tesor? Qual sen non spetra
Di duo begli occhi il fulminar fatale?
Te sol non move; e quale
Il Tessalico Olimpo, indarno a’ piedi
I tuoni di beltà fremer ti vedi.
100Qual nuova maraviglia?
Cinta d’aureo diadema in real chiostro
Trionfar Continenza oggi vedrassi?
So che de l’Ozio è figlia,
E che nudrita infra le gemme e l’ostro
105Ne gli alberghi de i re Lascivia stassi:
Come mai fermò i passi
La Pudicizia in corte? e chi poteo
Erger tra ’l lusso a la Virtù trofeo?
Da te quest’opre ammira
110Stupido il mondo; e perchè in loro io viva,
A l’età nove or le descrivo in carte.
Ben su l’eburnea Lira,
Ch’a l’Aufid’ora ed or a Dirce in riva
Trattar Clio m’insegnò con music’arte,
115Mill’altre in te cosparte
Glorie direi; ma sol quest’una i’ sceglio,
E di quest’una ad ogni re fo speglio.
al signor D. VIRGINIO CESARINI
Buon capo d’anno.
Sovra porfidi eletti,
Di Dedaleo scalpel sudori illustri
Non s’innalzan per me palagi aurati;
Nè mi pendon da i tetti
5Di Menfitica man vigilie industri
Porpore prezïose, ostri gemmati;
Nè de i flutti beati,
Onde l’uman pensiero è così vago,
M’offre biondi tributi il Gange, o ’l Tago.
10Povero, ma sicuro
Da gli sdegni del Cielo è ’l tetto umile,
Ove contento a me medesmo i’vivo;
Ed or che ’l verno oscuro
Copre di gel la terra in vario stile
15Qui presso a lieto foco or canto or scrivo;
E se pensier furtivo
D’ambizïon tenta arrivarmi al core,
Provvida rimembranza il caccia fuore.
Pompe, fasti, ricchezze.
20Titoli, dignità, che siete alfine,
Che l’uom tanto per voi sudi e s’affanni?
Insipide dolcezze,
Speziosi naufragi, auree ruine.
Fuggitivi piacer, stabili affanni.
25Anch’io d’Icarii vauni
Armai gli omeri un tempo; or qui m’assido,
E del mio van desio meco mi rido.
Pur quai saranno i voti
Che de l’anno novello in su le porte
30Porgerò al Ciel di viva fiamma ardenti?
Ch’a me gl’Indi rimoti
Mandin gemme, e tesori? o che mi porte
L’arabo pescator perle lucenti?
Che fan gli ori e gli argenti?
35Trionfa in faccia al macedonio orgoglio
Un nudo abitator d’angusto doglio.
O Monarca superno,
La cui mente il cui cenno anima e informa
Ciò, ch’è dal nero abisso al ciel stellato;
40Che fai col ciglio eterno
Tremar le sfere, a cui dai moto e norma,
E sotto il piede hai la Fortuna e ’l Fato;
Se ’l mio core accecato
Non è da bassi affetti, odi i miei preghi,
45Nè a giuste voglie il tuo favor si neghi.
Poscia che in Vaticano
Roma dopo tant’anni alfin pur vede
Regnar Virtù con moderati imperi;
E fatto il Grande Urbano
50De le chiavi di Pier ben degno erede
Volge in cor generoso almi pensieri;
Tu de i disegni alteri
Seconda il corso; e di sua vita adorni
D’una gloria immortal prolunga i giorni.
55Mosse a i preghi, a l’esempio
De’ Barberini eroi cristiane vele
Corran de l’Asia ad espugnar la riva,
E spento il popol empio,
Beva con l’elmo il vincitor fedele
60Del Tigri prigionier l’onda cattiva;
E da fè pura e viva
Persuasa s’inchini un giorno ancora
Al vero Dio la trionfata Aurora.
A te, cui dier le stelle
65Grazie cotante, o de’ latini Colli
Virginio inclita speme unico vanto,
De le conche più belle,
Che mandino i Getuli o i Tirj molli
Tingasi in Vatican purpureo manto;
70E quei che piacquer tanto
Al tuo nobile crin, Tebani allori
Cedan de gli Ostri aviti a’ bei splendori.
A me, ch’altro non chieggio,
Conceda il Ciel che in libertà sicura
75Passi del viver mio l’ore serene,
E mentre in carte ombreggio