Pagina:Opere di Giovan-Batista Gelli.djvu/66

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temperatura de la complessione, ne la qual cosa noi vi trapassiamo di gran lunga: e però abbiamo il sentimento del toccare molto più perfetto di voi, perchè sente ogni minima differenzia), e' ne seguirebbe che noi saremmo di poco conoscimento e di poco ingegno come siete voi. Imperocchè, come dicono questi fisonomisti, i costumi de l'animo seguono la complessione del corpo; onde sempre si vede a membra di Leone seguire costumi di Leone, e a membra d'Orso costumi d'Orso. E che questo sia il vero, pon mente infra gli uomini che tu vedrai, che quei che sono composti d'umori grossi, sono ancora grossi d'ingegno; e per il contrario, quelli che hanno le carni sottili ed agili, sono ancora sottili d’ingegno. Sì che la natura, volendoci fare ragionevoli e di cognizione perfettissima, fu quasi forzata a farci così.
Ostrica.
Oh questo non vo' io già credere, che ella fussi forzata, perchè avendo ella fatto tutte le cose ella poteva farle a suo modo; e poteva molto bene tenere un'altra regola ed un altro modo in quelle, e fare, verbigrazia, che fusse l'acqua che cocesse, ed il fuoco che rinfrescasse.
Ulisse.
Oh, e' non sarebbe stato ne l'universo questo ordine tanto mirabile che si ritruova in fra le creature, donde ciascheduno confessa che procede la bellezza sua.
Ostrica.
Ei ci sarebbe stato quell'altro, del quale sarebbe nata una bellezza d'un'altra sorte, che sarebbe stata forse molto più bella di questa.
Ulisse.
Oh come noi siamo in sul forse, noi caminiamo per perduti. Ma che importa che la natura ci abbia fatti ignudi, se ella ci ha dato tanto sapere e tante forze, che noi ci copriamo de le vesti vostre?
Ostrica.
Sì, ma con che pericolo? Quanti n'è egli già capitati male di voi per volerci pigliare, per servirvi de le cose nostre? E oltre a questo, con quanta fatica? perchè se voi volete servirvi de le nostre pelli, e' vi bisogna conciarle; i nostri peli vi bisogna filargli, tessergli, e far loro mille altre cose innanzi che voi gli riduciate di maniera che voi possiate servirvene.
Ulisse.
Oh coteste fatiche ci son dolci e piacevoli: anzi ci son quasi un passatempo.