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15Di Snodòno1 spingendo egli venia
Le sue molte falangi a faticosi,
Malagevoli passi. Sbalordito,
Muto rimase Glocestèro2 il prode;
All’armi all’armi Mortimèr3 gridando
20La tremula sua lancia in resta mise.
Sovra una rupe, il cui superbo capo
L’onda fumante disdegnoso guarda
Dell’antico Conveggio4, in bruno avvolto
Vestimento di doglia, e fiero il guardo
25Stavasi il vate. Libera dal mento
Gli scorreva la barba; e la canuta,
Similmente a meteora, al ciel turbato
Chioma ondeggiava. Con maestre dita
E da fuoco profetico investito,
30Le profonde toccava di sua lira
Corde d’affanno. — Alla terribil voce
Del sopposto torrente odi siccome
Ogni quercia gigante, ogni diserto
Antro sospira! Su di te lor cento
35Braccia scuotono, o re; su ’l capo tuo
Spirano in cupo mormorio vendetta;
Nè all’arpa omai rispondon più dal giorno
Fatal di Cambria, all’arpa dell’illustre
- ↑ La montagna di Snowdon, la più alta di tutta l’Inghilterra, posta nel mezzo di quella parte del paese di Galles, chiamata Caernarvonshire o Contea di Caernarvon, ultimo asilo della libertà dei Gallesi.
- ↑ Gilberto di Chiarenza sopranominato il Rosso, conte di Gloucester, genero di Odoardo.
- ↑ Edmondo Mortimer signore di Wigmore: entrambi avevano terre sulle frontiere del Gallese, e presero parte alla guerra.
- ↑ Conway, fiume che scorre non lontano sulle falde dello Snowdon.