Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/105

Da Wikisource.

intorno la vita e le opere di luciano. 97

non pure per l’arte loro, ma perchè si credeva che fossero stati ispirati dagl’iddii, ed avessero predetto l’avvenire. Su questa credenza pare che voglia scherzare, e fa un po’ di chiacchiera con Esiodo, il quale si vantò di avere avuto dalle Muse il dono di predir l’avvenire, e non predisse nulla. Ai poeti non bisogna credere, perchè dicono ciò che loro viene in bocca, e non bisogna esaminar tanto pel sottile le loro parole e ritrovarvi quello che non c’è. Se ci fosse profezia, ella sarebbe tutto altro che pronosticar la buona e la cattiva raccolta da certi segni, come fa Esiodo, il quale non fu profeta, ma soltanto poeta, e non dei più valenti, e spesso parlò a caso. E qui Luciano si ferma, per non dire altro di un poeta amabile, che i Greci avevano caro per la sua modesta semplicità. Il dirne più oltre non sarebbe stato piacevole; onde il dialogo è breve, e piglia un colore semplice dal soggetto stesso, quasi che parlando con Esiodo venga spontanea quella stessa sua maniera schietta e piana.

LVI. Leggiadra parodia della tragedia antica è la Tragedopodagra, dramma in versi pulitissimi. Il poeta Rintone di Siracusa per deridere la impotenza degli scrittori tragici del suo tempo, che non sapevano e non potevano imitare i grandi antichi, scrisse parecchie ilarotragedie tragedie allegre, le quali per la novità, la festività e bizzarria degli argomenti, e per le grazie del dialetto siracusano piacevano moltissimo agli Alessandrini, e furono celebrate molto fra tutti i Greci. Or Luciano, seguendo l’esempio di Rintone, e forse per rispondere a taluno che gli diceva: Perchè non fai della tragedia come hai fatto della commedia? scrisse questo dramma piacevolissimo. Nel quale la Podagra, felicemente paragonata all’Ate di Omero che cammina su le teste degli uomini, pare il fato tragico, a cui nessuna