Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/202

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194 nigrino.

come è l’usanza de’ Persiani, ma uno deve avvicinarsi, inchinarsi, rappicciolirsi nell’animo e nella persona, e baciar loro il petto la mano destra; e tutti guardano e gl’invidiano questo onore: e quel figuro del ricco stassene a ricevere per molto tempo quelle carezze bugiarde. Una sola cortesia ci usa, di non farsi da noi baciare la bocca. Ma molto più ridicoli dei grandi sono coloro che li accerchiano e li corteggiano; e che, levandosi a mezzanotte, vanno correndo per tutta la città, senza curarsi che i servi li scacciano, e li chiamano cani e adulatori. Premio di questo disonesto correre è quella disonesta scorpacciata che loro cagiona mille malanni: e dopo d’aver diluviato, dopo d’essersi imbriacati, dopo di aver dette tante scostumatezze, se ne vanno scontenti o corrucciati, e dicendo che il banchetto è stata una miseria, una spilorceria, un vero insulto per loro. Intanto li vedi andar vomitando pe’ chiassuoli, e rissarsi innanzi ai bordelli: molti vanno a dormire a giorno fatto, e danno faccende ai medici che corrono per la città; ed alcuni (che è più strano) non hanno neppure l’agio di stare ammalati. Io per me, molto più degli adulati, tengo per birbe gli adulatori; perchè essi li fanno così superbi. Quando essi ne ammirano lo sfarzo, ne vantano la ricchezza, dall’alba si affollano innanzi alle loro porte, e avvicinandosi parlano loro come a padroni, che debbono quelli pensare? Ma se di comune accordo, anche per poco, si astenessero da questa volontaria servitù, non credi tu che anderebbono i ricchi alle porte dei poveri, e li pregherebbero di venire a vedere la loro felicità, a godere della bellezza delle mense, della magnificenza dei palagi? Essi non amano tanto la ricchezza, quanto esser tenuti beati per la ricchezza. E così è: una casa tutta sfoggiata d’oro e di avorio non piace a chi l’abita, se non v’è chi l’ammira. Così basserieno le creste, quando alla ricchezza si contrapponesse il disprezzo: ora sono adorati; che maraviglia è che insolentiscono? E che facciano questo gli sciocchi che confessano apertamente la loro ignoranza, passi pure; ma che quelli che si spacciano per filosofi, discendano anche a più ridicole bassezze, questo è brutto assai. Oh! come sento rimescolarmi l’anima quando vedo alcuno di costoro, massime de’ vecchi, misto al gregge degli adulatori,