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228 | prometeo. |
per questo benefizio che ho renduto a tutti, voi mi avete messo in croce, e mi date questo merito per l’opera ch’io pensai di fare. Ma ci ha de’ ribaldi tra loro, tu mi dirai, ma fanno adulterii, si sgozzano nelle guerre, sforzano le sorelle, insidiano alla vita dei genitori. E fra noi non si fanno assai di queste cose? però dobbiamo accusare il cielo e la terra che ci han data l’esistenza? Forse mi dirai, che per aver cura degli uomini è necessità che sofferiamo la noia di molte faccende. Dunque così anche il pastore si lamenterà di avere la greggia, perchè è necessità che ne abbia cura. Questa fatica è una dolcezza; questo pensiero non è senza diletto, perchè ci dà un’occupazione. Che faremmo noi se non avessimo a pensare a nulla? Ce la passeremmo così in ozio a bere il nèttare, a riempirci d’ambrosia, senza far niente. Ma il maggior mio dispetto è che voi, i quali mi biasimate di aver formati gli uomini, e massimamente le donne, vi innamorate di esse, e non cessate di scender sulla terra divenendo ora tori, ora satiri e cigni, e non disdegnate di generar Dei con esse. Ma si doveva, forse dirai, formare gli uomini, sì, ma d’altra forma, e non simili a noi. E quale altro esempio migliore di questo io poteva propormi, e del quale io conosceva l’altissima bellezza? Conveniva forse che l’uomo fosse un animale stupido, feroce, e salvatico? E come avrebbe fatto sacrifizi agli Dei, e renduti altri onori a voi, se egli non fosse stato quale egli è? Eppure quando vi offrono le ecatombe, voi non le rifiutate, ancorchè doveste andare sino all’Oceano, agl’incolpabili Etiopi. E chi vi ha procacciati questi onori e questi sacrifici, voi l’avete messo in croce. Ma basti questo intorno agli uomini, passiamo ora a parlare del fuoco, a quel bruttissimo delitto che voi m’apponete.
Deh, per gli Dei, non t’incresca di rispondermi: Avete perduto voi qualche parte del fuoco, dacchè l’hanno anche gli uomini? No, certamente: perchè tale è la natura di questa cosa, che la non diminuisce, se ne dai, chè fuoco accende fuoco, e non si spegne. È dunque schietta invidia la vostra di non volerne dare a chi ne ha bisogno, quando voi non ne avete danno. Eppure voi che siete Dei, dovreste essere buoni, generosi, e lontanissimi da invidia. Se vi avessi imbolato anche tutto il fuoco e portatolo sulla terra, senza lasciarvene pure una scintilla,