Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/41

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intorno la vita e le opere di luciano. 33

di Europa cominciando dall’osservazione della natura, vennero a discoprire il più segreto ed intricato lavorio dello spirito, e le leggi che lo governano, che pur sono quelle che governano l’universo: e riguardando la verità nei suoi diversi momenti, si divisero in sètte, ciascuna delle quali prelendeva di avere scoperta la verità, e di conoscerla pienamente, mentre non ne vedeva che un lato particolare. Da prima venerarono questa scienza con una specie di culto religioso, perchè ella era umanata ed incarnata in tutta la vita; e i filosofi scrivevano le leggi alle città, ne regolavano i consigli, ammaestravano e beneficavano le moltitudini ignoranti ed obbedienti: tali furono i Pitagorici in Italia, Licurgo a Sparta, Solone e Pittaco annoverati tra i sette savi. Ma le moltitudini quanto più s’istruivano, tanto meno avevano bisogno di maestri: altri uomini di conoscenze pratiche e speciali ne governavano la politica, ne difendevano la libertà, ne accrescevano le ricchezze, ne facevano ammirare la gloria: la scienza allora fu distinta dalle opere, rimase nella vita interna, nella vita morale ed intellettuale, e fu rispettata, perchè giovava ancora: se non che quando parve contrastare alla vita reale, destò lo sdegno della moltitudine che condannò a morie Socrate e Focione. Eppure la scienza, per essere perfetta come scienza, doveva interamente staccarsi dalla vita reale, diventare una pura astrazione, e giungere fino a negare sè stessa, per poi affermarsi in una forma più ampia e riabbracciare la realtà vera tuttaquanta. Erano già dilargate assai le cognizioni, i bisogni cresciuti, e la scienza che andava più e più disciogliendosi da ogni legame con la vita, non poteva correggere quei costumi, soddisfare a quei bisogni, e contentare gli avidi intelletti; e rimase inutile, e però fu disprezzata, anzi talora odiata