Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/43

Da Wikisource.

intorno la vita e le opere di luciano. 35

menti di servitù: e però godere di questi soli, fu tenuto sapienza epicurea. Così fu calunniato un grande e virtuoso filosofo, come autore di una dottrina che pone a sommo bene il piacere sensuale, e fa dell’uomo una bestia docile ad ogni tirannide. Ma noi vediamo che pochi sennati uomini che conoscevano la vera dottrina, ebbero in grande venerazione il filosofo osservatore profondo della natura e valentissimo nelle conoscenze fisiche: la moltitudine sciocca ne spregiava il nome, e spregiava sè stessa che bestialmente vivea.

Contro questa corruzione, e contro la dottrina che indirettamente l’aveva originata, surse tra le altre la magnanima dottrina degli Stoici: i quali insegnavano, che soli piaceri veri sono gl’intellettuali, sola forza vera è la ragione, che il solo savio è libero, è ricco, è bello, è forte, è re, ed ogni cosa, che tutti gli sciocchi sono servi, tutti i delitti sono eguali; che niente è lecito fare, neppure levare un dito, se la ragione noi concede.1 Questa teorica era l’estremo opposto della vita reale, pretendeva fare dell’uomo un puro ragionevole, ne sconosceva le passioni e l’immaginazione che sono tanta parte della vita, e non poteva discendere nella pratica e nella moltitudine. Epperò ella fu ultimo rifugio ai pochissimi onesti che avevano a schifo le lordure onde erano circondati; ed ai generosi, che perduta la liberta vera, si sottraevano dalla comune servitù ritirandosi in sè stessi, vivendo in una libertà astratta, e morendo da forti: ma fu ancora un’insegna sotto la quale si accolsero grandissimo numero d’ipocriti, di furbi e di ribaldi, che sogliono seguire sempre le opinioni più estreme per nascondersi più facilmente. Gli uomini di senno pratico che vedevano la volpe

  1. Nil libi concessit ratio, digitiim exsore, peccas.

    Persio.