Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 1.djvu/98

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90 intorno la vita e le opere di luciano.

quello che devi seguire, e quello che devi fuggire. Cominciamo da quello che si deve fuggire, cominciamo a considerare le sciocchezze che oggi si scrivono, che ci sono presenti, e ce le sentiamo ogni giorno nelle orecchie: la buona storia, che è lontana da noi, la vedremo dipoi. Oggi invece di scrivere storie si scrivono encomii di re e di capitani; invece di narrare fatti avvenuti, si contano favole, e invenzioni, e basse adulazioni. Questo male nasce da un’opinione (di Dionigi d’Alicarnasso che non è nominato) che la storia si propone il dilettevole e l’utile; e però vi mettono dentro l’encomio. Uno è il fine della storia, l’utile, che si ottiene dal solo vero: il dilettevole, se v’è, tanto meglio, se no, non importa. Ma non è dilettevole raccontar favole che non possono piacere se non al volgo, e sbracciarsi in adulazioni sperticate che fanno stomaco fino agli stessi adulati. La maggior parte oggi scrivono per utile proprio, sperando di cavar profitto dalle loro adulazioni: gente sciocca e fecciosa, guastano un nobile mestiere, e non pensano nè alla fama nè ai posteri. E qui Luciano in venti capitoli discorre piacevolissimamente di molte storie udite da lui, che narravano la guerra che Lucio Vero fece contro i Parti. La guerra, tra gli altri mali, ha prodotti ancora tanti sciocchi scrittori: chi vuol fare il grave, e guasta, storpia, copia il povero Tucidide, mutando solamente i nomi; e fa uscire la peste non del forziere, ma dell’Etiopia, e scendere in Egitto, e spandersi nelle terre del gran re: chi vuole imitare la semplicità di Erodoto, e dice balordaggini: senza conoscenza di luoghi, di armi, delie cagioni della guerra, dei fatti avvenuti e di quanto bisogna ad uno scrittore, scrivono le più sciagurate scempiaggini del mondo. Or questi venti capitoli pieni di sali, di frizzi e di satira mordacissima, sono creduti dal Weise roba altrui, e rim-