cuni di avorio, i poveri di legno, e con questi si mescolano e si sollazzano coi loro garzoni. Quando l’uomo invecchia non muore, ma come fumo vanisce nell’aere. Il cibo per tutti è lo stesso: accendono il fuoco, e su la brace arrostiscono ranocchi, dei quali hanno una gran quantità che volano per aria: e mentre cuoce l’arrosto, seduti a cerchio, come intorno ad una mensa, leccano l’odoroso fumo e scialano. E questo è il cibo loro: per bere poi spremono l’aria in un calice, e ne fanno uscire certo liquore come rugiada. Non orinano, nè vanno di corpo, e non sono forati dove noi, ma nella piegatura del ginocchio sopra il polpaccio. È tenuto bello fra loro chi è calvo e senza chiome: i chiomati vi sono abborriti: per contrario nelle Comete i chiomati son tenuti belli, come mi fu detto da alcuni che v’erano stati. Hanno i peli un po’ sopra il ginocchio: non hanno unghie ai piedi, ma un solo dito tutti. Sul codrione a ciascuno nasce un cavoletto, a guisa di coda, sempre fiorito, che, se anche uno cade supino, non rompesi. Quando si soffiano il naso cacciano un mele molto agro, e quando fanno qualche fatica o esercizio da tutto il corpo sudano latte, dal quale fanno formaggio con poche gocciole di mele: dalle cipolle spremono un olio denso e fragrante, come unguento. Hanno molte viti che producono acqua: i grappoli hanno gli acini come grandini; ed io pensomi che quando qualche vento scuote quelle viti, si spiccano quegli acini, e cade fra noi la grandine. La pancia loro è come un carniere, vi ripongono ogni cosa, l’aprono e chiudono a piacere, e non vi si vede nè interiora nè fegato, ma una cavità pelosa e vellosa, per modo che i bimbi quando hanno freddo vi si appiattano dentro. Le vesti i ricchi le hanno di vetro mollissimo, i poveri di rame tessuto; chè nel paese è molto rame, e lo lavorano, spruzzandovi acqua, come la lana. Che specie di occhi hanno, ho un po’ di vergogna a dirlo, perchè temo di esser tenuto bugiardo: ma pur lo dirò. Hanno gli occhi levatoi, e chi vuole se li cava e se li serba quando non ha bisogno vedere: poi se li pone, e vede. Molti avendo perduti i loro se li fanno prestare per vedere: e i ricchi ne hanno le provviste. Le orecchie poi sono frondi di platano: quei che sbocciano dalle ghiande le hanno di legno. Ed un’altra meraviglia vidi nella reggia. Un grandissimo specchio