Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 2.djvu/265

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le immagini. 257

tu che tante volte hai letto Senofonte, come egli loda una saggia e bella donna?

Licino. Sì: e mi fa tanta impressione quel luogo quando io lo rileggo, che mi pare quasi di vederla e di udirla dire quelle parole, e come armò il marito, e con quale animo lo accompagnò alla battaglia.

Polistrato. Eppure tu l’hai veduta una volta sola passare come un lampo, ed hai lodato ciò che ti è venuto agli occhi, il corpo e le sue forme: ma tu non ne vedesti le doti dell’animo, e non sai che ella ha in sè una bellezza molto maggiore e più divina di quella del corpo. Lo so io, che sono suo compatriotto e famigliare, e le ho parlato tante volte. Ed io più della bellezza lodo, come fai anche tu, la bontà, l’umanità, la magnanimità, la modestia, l’istruzione le quali sono più pregevoli del corpo: e il dire il contrario sarebbe così ridicolo come se uno più della persona ammirasse il vestito. La perfetta bellezza, a creder mio, è quando si uniscono insieme virtù di animo e formosità di persona. E veramente io ti potrei additar molte donne, che hanno forme belle, ma le disabbelliscono per altre cose: non appena parlano, e quella bellezza sfiorisce, e perdesi, degradata, e sfigurata, e serva d’una malvagia padrona, d’un’anima trista cui immeritamente è unita. Queste tali a me paiono simili ai templi egiziani, bellissimi e grandissimi edifizi, lavorati di pietre preziose, ornati di oro e di pitture, ma se dentro vi cerchi il dio, è una scimia, o un ibi, o un becco, una gatta. E di queste se ne vedono tante! Non basta adunque la bellezza se non è ornata dei veri ornamenti, non di vesti di porpora e di collane, ma di quelle virtù che testè dicevo, di modestia, di mansuetudine, di umanità, e di altre simili a queste.

Licino. Ebbene, o Polistrato, parole per parole, compensami con la stessa misura, come si dice, anzi con migliore, che ben lo puoi: e dipingimi l’immagine dell’animo di costei, acciocchè io non l’ammiri a mezzo.

Polistrato. Amico mio, tu non mi metti a piccola gara: che non è la stessa cosa lodare ciò che apparisce a tutti e dichiarare con parole ciò che non è manifesto. E credo che per fare l’immagine avrò bisogno anch’io d’aiuto, non pure degli