Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 2.djvu/269

Da Wikisource.

le immagini. 261

sono finite le immagini, che hai spiegata tutta l’anima, lodandone ciascuna parte.

Polistrato. Non tutta: che ancora manca la lode più grande, cioè che essendo ella in tanta altezza, non si veste di superbia, non si leva sopra l’umana condizione fidando nella fortuna, ma è sempre eguale a sè stessa; non mai una scortesia uno sgarbo, conversa alla civile ed alla pari, fa accoglienze e saluti gentili; cose che tanto più piacciono, in quanto vengono da persona più grande, e che non vi mette alcuna boria. E così quelli che usano della potenza non per dispregiare ma per beneficare gli altri, paiono degnissimi dei beni che hanno da fortuna. Questi soli sfuggono meritamente l’invidia: perchè nessuno invidia ad un grande, che serba moderanza nella sua grandezza, e non cammina, come l’Ate d’Omero, sopra le teste degli uomini, nè calpesta chi sta sotto. Questo fanno gli uomini di piccola levatura non avvezzi alla fortuna; i quali, quando la fortuna inaspettatamente subito gl’inalza sovra il suo alato e sublime cocchio, non rimangono più quelli che erano, non riguardano in giù, ma si sforzano sempre di montare più alto. Onde, come Icaro, squagliata subito la cera, e cadute le penne, fanno un ridicolo capitombolo nell’onde del mare. Ma quei che come Dedalo usano dell’ale, e non si levano troppo, sapendo che son fatte di cera, e volano a modo più umano, contentandosi di andar pure a fior d’acqua, e di spruzzarsene talvolta le ali senza esporle continuamente al sole, quelli sicuramente e modestamente trasvolano. E questa è la lode principale di costei. Onde ella ne ha questo frutto, che tutti desiderano che a lei rimangano sempre le ali, e le sovrabbondino tutt’i beni.

Licino. Sia, o Polistrato, così: ella ne è degna, che non pure di persona è bella come Elena, ma sotto tali bellezze copre un’anima più bella e più amabile. E ben sì conveniva che un imperatore sì buono e benigno, fra tanti beni avesse anche questa felicità, che sotto il suo impero fosse nata cotal donna, la quale a lui si unisse e lo amasse. Che non è piccola felicità avere una donna, di cui si può dire come Omero, che all’aurea Venere contende il vanto della bellezza, e nell’opre agguaglia Minerva. Insomma nessuna delle donne si paragoni a lei, non