Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 2.djvu/275

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sopra le immagini. 267

cialmente tu, a condannare il libro in contumacia, non presente il suo avvocato. Chi corre solo vince il palio, dice il proverbio: onde non è maraviglia se io ho persa la lite, non assegnatimi termini, non concedutami difesa. Ed il più nuovo è che voi siete accusatori e giudici. Che vuoi dunque che io faccia? accettar la sentenza e cagliare? o come il poeta d’Imera1 scrivere una palinodia? o pure mi concederete di difendermi in appello?

Polistrato. Oh, se hai ragioni a dire, di’; chè non tra avversari, come l’intendi tu, ma tra amici si farà tua difesa. Ed io stesso son pronto ad aiutarti in questa causa.

Licino. Una cosa mi dispiace, o Polistrato, che ella non è presente al mio discorso, che saria meglio per me se fosse qui. Ora debbo fare una difesa per mandato. Ma se tu riferirai a lei le mie parole, come a me hai riferite le sue, io m’arrischierò su questo dado.

Polistrato. Per questo non dubitare, o Licino. Io non le rappresenterò male la tua difesa, se tu la farai breve, per ricordarmela meglio.

Licino. Eppure ci vorria discorso lungo contro un’accusa sì grave. Ma io lo stringerò per cagion tua. Adunque da parte mia riferiscile queste cose.

Polistrato. Non così, o Licino: ma recita il discorso come se ella fosse qui presente: io poi l’imiterò innanzi a lei.

Licino. Dunque giacchè così vuoi, o Polistrato, poniamo che ella sia qui presente, e che abbia detto ciò che tu mi hai riferito: tocca ora a me rispondere. Benchè, debbo dirti quel che sento, io non so come tu m’hai messo in un grande impaccio, e come vedi, sono tutto sudato e smarrito, e mi pare proprio di vederla, e sono tutto sossopra. Pure comincerò, perchè già sono innanzi a lei, e non posso più ritirarmi.

Polistrato. Sì: ed ella ti si mostra tutta benigna in viso: vedila come è lieta e graziosa! Onde incomincia pure franco ed ardito.

Licino. O la migliore delle donne, le lodi che ti ho date, e che tu dici troppo grandi e smisurate, io non vedo che sono

  1. Stesicoro d’Intiera scrisse vituperii di Elena, e ne fu punito con la perdita degli occhi: ne ricantò la palinodia, e rivide lume.