Pagina:Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini - Tomo 3.djvu/95

Da Wikisource.

diceria o ercole 87

pezzo dismesse queste declamazioni, di nuovo cimentarmi innanzi a tanti giudici, opportunamente mi venne ricordato di quella immagine. Che fino allora avevo temuto non paresse ad alcuno di voi che io fo cose convenienti ai giovanotti, e in vecchiaia torno alle fanciullerie: e poi qualche omerico giovane non mi sgridasse, dicendomi quei versi:

               La tua forza è disfatta,
          La molesta vecchiezza già ti ha colto,
          Fiacco è l’auriga, e i corridor son lenti.

chiamando così i piedi per celia. Ma quando ripenso a quel vecchio Ercole, mi spingo a fare ogni cosa, e non mi vergogno che ardisco tanto, benchè io abbia gli anni di quella figura. Onde e forza, e sveltezza, e bellezza, e quanti altri beni ha il corpo, vadano pur via; ed il tuo Amore, o poeta di Tejo, Me veggendo incanutito, con quell’ali orolucenti, Via com’aquila sen voli, come gli pare, che io non me ne curo più. Ma il parlare vorrei che ora specialmente mi ringiovanisse, fiorisse, invigorisse, e tirasse per le orecchie quanti più è possibile, e scagliasse frequenti le sue saette, non essendovi timore affatto che mi resti vuota la faretra. Ecco come io mi conforto nell’età e nella vecchiezza in cui sono. E per questa cagione ho ardito di ripingere in mare la mia barchetta, che già da tempo era tirata in terra; e rifornitala alla meglio, mi sono rimesso in mezzo al pelago. Deh, spirate propizi, o Dei; che ora specialmente abbiam bisogno di buon vento che ci favorisca e gonfi la vela; acciocchè, se mai ne parremo degni, taluno dica ancelle a noi quel verso d’Omero:

          Oh! quai fianchi tra i cenci mostra il vecchio!1


  1. Ulisse tornato a casa sua vestito da mendico e sconosciuto, mentre s’apparecchia ad una lotta, si spoglia dei cenci che indossava, e mostra le robuste membra. Allora i proci che lo riguardano esclamano, dicendo questo verso.