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Libro terzo, Ode II. 107


Virtù, di turpe repulsa inconscia,
    D’intemerati onori è fulgida,
        Nè ad arbitrio di popolare
        20Aura impugna o depone le scuri.

Virtù, agl’indegni di morte l’ètere
    Schiudendo, il passo per via non solita
        Tenta, e ciurme volgari e molle
        24Fango spregia con ala fugace.

Anch’esso il fido silenzio ha premio
    Certo. A chi i riti vulga di Cerere
        Arcana io torrò che dimori
        28Sotto al palco medesimo e sciolga

Meco la barca tenue. Con l’íntegro
    Spesso il negletto Giove unì l’empio;
        Ma rado la Pena dal piede
        32Zoppo lascia al malvagio che avanzi.