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Libro terzo, Ode VI. 121


Non di tai padri nacquero i giovani,
    Che il mare tinser di sangue punico,
        E Pirro atterrarono e il grande
        36Antióco ed Annibale orrendo;

Ma, viril prole di agresti militi,
    Esercitata le glebe a volgere
        Con zappa sabellica, al cenno
        40Della madre severa i recisi

Fusti portavan, quando mutavasi
    L’ombra de’ monti, e il Sol fea liberi
        Dal giogo i buoi stanchi, e la dolce
        44Ora, il carro occultando, adducea.

Ma il tempo edace che mai non logora?
    L’età dei padri peggior’ degli avoli
        Più malvagi produsse noi,
        48Che progenie più trista daremo.