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Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/222

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222 Felicitas

E il mare con fremito alterno
     Di scherno ripete all’immane
     Scogliera: Io mi nutro in eterno
     16Di sangue e di lagrime umane.

E assiduo rompendosi il vento
     Al nume rimugola in giro:
     Dei popoli io sono il lamento,
     20Dei secoli io sono il sospiro.

E tutto che palpita ed ama
     Nel ciel, nella terra, nell’onda,
     In suon lamentevole esclama,
     24Perduto nell’ombra profonda:

Ahi, sempre sul monte starai
     Col guardo su’ naufraghi, o diva?
     Nessuno, nessun potrà mai
     28Baciar la tua fulgida riva?

Se vano miraggio tu sei,
     Se vuoto fantasma di sogno,
     Perchè più del ver tu mi bèi?
     32Perchè più di tutto io ti agogno?