Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/239

Da Wikisource.





Appoggiò l’arco alla parete, e lento
     Volse, intorno guardando all’ampia sala,
     Il vendicato Laerzíade il dorso.
     Tutti giaceano i Proci, e il pavimento
     5Lagheggiava di sangue. Atre ei le mani
     E maculati i fausti cenci avea;
     Ma come terso cielo entro il suo core
     Splendea l’animo suo, poichè diritta
     E lungamente da una dea voluta
     10Di quel branco lascivo era la strage.
     Al cenno dell’eroe corsero i fidi
     Famigli a trarre i morti corpi; venne
     Euriclea con le fanti; e poi che in copia
     Ebber dalle ritonde idrie versato