Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/341

Da Wikisource.

    Amor con me sen viene, e saltellando
    Cauto pe’ campi, con sagace mano
    20Qualche bel pomo alla mia sete appresta.


IX.


Virtù mi parve, e forse era da pria,
    Ma pestifero morbo ora diviene
    Questo del mio pensiere abito intenso
    Di penetrar le cose, e il come e il quando
    5D’ogni minimo effetto, e la ragione
    D’ogni forma indagare, e scarnar tutte
    Le viventi sembianze, e il verme e il nume
    A inesorata anatomia sopporre.
    Perfin l’alto perchè (già che l’audace
    10Mente un perchè si finge) entro alle cose
    Scovar presume, e con solenne sfida,
    Poi che indarno il braccò, fremendo il chiama.
    Tutta così mi si scolora intorno
    La vita, tutto si disforma, e vano
    15Re d’un deserto io gemo. Il mio pensiero
    Avvoltojo s’è fatto, e ne’ miei caldi
    Visceri il rostro insazíato affonda.