Quanto all’agosto od all’april si addice.
Però che affatto simigliante è al sole
Quest’amore, a cui tutte ardon le menti,
Come all’altro le cose; e l’un dall’altro 10Nato direi, se non che forse entrambi
Da comun fonte e più sublime han vita.
Indi, quale al mattin d’oro e di rose
Ride il polo a’ nostri occhi, in fin che sorto
L’astro d’un balzo, di purpurea febbre 15I casti prati e i mari avidi accende;
Tal primamente al giovenil pensiero
S’appresenta il bel dio, che poi di fiamme
Tutto armato e di strali, i più feroci
Petti avvampando ed agitando invade. 20E come al furíar del giorno estivo
Esulta giugno in tra le biade, e i proni
Campi sfendendo, fuor dell’arse rime
Morbi fuma ed esizio, entro gli adulti
Petti così con violento foco 25Amore irrompe, e in destinati affanni
Or l’anime feconda, ora diserta.
Felice te, se ben temprato e saldo
Impomar vedi autunno, e con secura
Mente seduto al focolar paterno, 30Discorrendo il bel tempo, un qualche tardo
Frutto assapori! Come il Sol che, vinta