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362 Il Prometeo liberato

Barriera ardua, al nemico, il quale e a voi,
Benchè diversamente, il tutto usurpa?
O prati in tra le rupi, o alimentate
Di neve algide fonti, or tra vapori
Gelidi appena intravedute, o fonde
Valli, e voi boschi opachi, ove al bel tempo
Dalle vostre cortesi ombre protetto
Con Asia m’aggirai, avidamente
Dai suoi cari beendo occhi la vita.
Perchè comunicar meco non vuole
Il vostro occulto spirito? Con me
Che sol uno infrenai, qual animoso
Mortal che fermi un invasato auriga.
La perfidia e la forza, onde colui
Che sommo impera, con perpetui pianti
Di schiavi derelitti empio le vostre
Nebbiose valli e i liquidi deserti?
Perchè, fratelli miei, non rispondete?
La Terra
Non osano.
Prometeo
                       Chi l’osa? Anco una volta
Quell’imprecazione udir vorrei.
Qual arcano susurro alzasi! un lieve
Murmure, quasi fremito di nube