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48 | Le Odi di Orazio |
Qual mai terrore Tiridate abbia
Non curo. O lieta di fonti limpidi,
Intessi al mio Lamia d’apríci
8Fiori intessi una bella ghirlanda,
O Pimplea dolce; senza te inutili
Son le mie lodi: con nuova cetera
E con lesbio plettro alle tue
12Suore e a te consecrarlo si addice.
XXVII.
Pugnar fra tazze fatte a letizia
Uso è de’ Traci: smettete il barbaro
Costume, e tenete il modesto
4Bacco lungi da risse cruente.
Da vin, da lampe il medo acínace
Immane oh quanto discorda! L’empio
Clamore lenite, o compagni,
8E sul gomito cheti posate.