Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli II.djvu/317

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priega, minaccia, riempie di speranza, loda, vitupera, e fa tutte quelle cose per le quali le umane passioni si spengono o si accendono. Donde quel principe o Repubblica che disegnasse fare una nuova milizia e rendere riputazione a questo esercizio, debbe assuefare i suoi soldati a udire parlare il capitano, e il capitano a sapere parlare a quegli. Valeva assai, nel tenere disposti gli soldati antichi, la religione e il giuramento che si dava loro quando si conducevano a militare; perchè in ogni loro errore si minacciavano non solamente di quelli mali che potessono temere dagli uomini, ma di quegli che da Dio potessono aspettare. La quale cosa, mescolata con altri modi religiosi, fece molte volte facile a’ capitani antichi ogni impresa, e farebbe sempre, dove la religione si temesse e osservasse. Sertorio si valse di questa, mostrando di parlare con una cervia la quale, da parte d’Iddio, gli prometteva la vittoria. Silla diceva di parlare con una immagine ch’egli aveva tratta dal tempio di Apolline. Molti hanno detto essere loro apparso in sogno Iddio, che gli ha ammoniti al combattere. Ne’ tempi de’ padri nostri, Carlo VII Re di Francia, nella guerra che fece contro agli Inghilesi, diceva consigliarsi con una fanciulla mandata da Iddio, la quale si chiamò per tutto la Pulzella di Francia; il che gli fu cagione della vittoria. Puossi ancora tenere modi che facciano che i tuoi apprezzino poco il nemico; come tenne Agesilao spartano, il quale mostrò a’ suoi soldati alcuni Persiani ignudi, acciocchè, vedute le loro membra dilicate, non avessero cagione di temergli. Alcuni gli hanno costretti a combattere per necessità, levando loro via ogni speranza di salvarsi, fuora che nel vincere; la quale è la più gagliarda e la migliore provvisione che si faccia, a volere fare il suo soldato ostinato. La quale ostinazione è accresciuta dalla confidenza e dall’a-