Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/110

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destrezza potete, ovviatela, e consigliate quella tagliata, la quale è forte e non pericolosa, perchè, se quella di San Miniato si comincia, io dubito non dispiaccia troppo.

Vi ho scritto queste 3 lettere appartate, perchè le possiate usare tutte come vi vien bene.

A dì 2 di Giugno 1526.

Niccolò Machiavelli.



XXXVIII.


AL MEDESIMO.


Magnifico Sig. Presidente.


Io non vi ho scritto più giorni sono della muraglia: ora ve ne dirò quanto occorre. Quì si vede come il papa è tornato in su la oppinione de’ monti, mosso dalla oppinione di Giuliano del Bene, il quale nella sua lettera dice che nello abbracciare tutti quelli poggi è più fortezza e meno spesa. Quanto alla fortezza, niuna città assai grande è mai forte, perchè la grandezza sbigottisce chi la guarda, e puovvi nascere molti disordini, che nelle comode non fa così. Della minore spesa, questa è una chiacchera, perchè egli fa molti presupposti che non sono veri. Prima egli dice che tutti quelli monti si possano sgrottare da quella parte che è dalla casa del Bonciano a quella di Matteo Bartoli, che sono, secondo lui mille braccia, ma le sono milleseicento, dove solo bisogna murare tutte le altre. Dice si possono ridurre le grotte ad uso di mura, e sopra esse fare un riparo alto quattro e grosso otto braccia. Questo non è vero, perchè vi sono infiniti luoghi che, per avere il piano, non si possono sgrottare; l’altro, tutto quello che si sgrottasse, non starebbe per sè medesimo e franerebbe, di modo che bisognerebbe sostenerlo con un muro; dipoi li ripari intorno costerebbero un mondo, e