Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/435

Da Wikisource.

di fortuna. 415

Ed ha due volti questa antica strega,
     L’un fero, e l’altro mite; e mentre volta,
     57Ora ti vede, or ti minaccia, or priega.
Qualunque vuol entrar, benigna ascolta;
     Ma con chi vuole uscirne poi s’adira,
     60E spesso del partir gli è la via tolta.
Dentro con tante ruote vi si gira,
     Quanto vario è salire a quelle cose,
     63Dove ciascun, che vive, pon la mira.
Sospir, bestemmie, e parole ingiuriose
     S’odon per tutto usar da quelle genti,
     66Che dentro al segno suo fortuna ascose.
E quanto son più ricchi, e più potenti,
     Tanto più in lor discortesia si vede;
     69Tanto son del suo ben men conoscenti.
Perchè tutto quel mal, che in voi procede,
     S’imputa a lei, e s’alcun ben l’uom trova,
     72Per sua propria virtude averlo crede.
Tra quella turba variata, e nuova
     Di que’ conservi, che quel loco serra,
     75Audacia, e gioventù fa miglior prova.
Vedevisi il timor prostrato in terra
     Tanto di dubbj pien, che non fa nulla;
     78Poi penitenza e invidia gli fan guerra.
Quivi l’Occasion sol si trastulla,
     E va scherzando fra le ruote attorno
     81La scapigliata, e semplice fanciulla.
E quella ruota sempre notte, e giorno
     (Perchè il Ciel vuole) a lui non si contrasta
     84Ch’Ozio, e Necessità le volti intorno.
L’una racconcia il mondo, e l’altro il guasta,
     Vedesi ad ogni tempo, ed a ogni otta
     87Quanto val pazienzia, e quanto basta.