Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/459

Da Wikisource.

serenata 439

Tu nondimeno stai proterva, e dura,
     90E non ti muovi per lo esemplo loro,
     E di prendere amante non hai cura,
     Che dia agli anni tuoi degno ristoro,
     E benchè molti per la tua figura
     Sentino affanni assai, doglia e martoro,
     95Se creder tu vorrai a’ mia consigli,
     Vo’ che Vertunno per amante pigli.
Credi a me, che il conosco, costui t’ama
     Più che la vita sua, e te sol vuole,
     Sol te disia in questo mondo e brama,
     100E non cerca altra cosa sotto il sole;
     Costui tuo servo per tutto si chiama,
     Sol di te parla, sol ti onora e cole;
     Tu se’ il suo primo amor, e se tu vuoi,
     T’ha dedicati tutti gl’anni suoi.
105Oltre a di questo egli è giovane amante
     E può pigliar qual forma più gli piace:
     Come vorrai te lo vedrai d’avante,
     Pur che tu ceda all’amorosa face.
     Quello ama come tu gli orti e le piante,
     110E come te de’ pomi si compiace:
     E questa valle intorno, e questi fonti
     Ha sempre frequentato, e questi monti.
Et bench’egli ami assai i pomi, e gli orti,
     Ogni diletto nondimanco lascia
     115Per vederti e, veggendo, si conforti,
     E mitighi la fiamma, che lo fascia.
     Credi esso proprio a far questo ti esorti,
     Non una vecchia, che già il tempo accascia;
     Abbi misericordia di chi arde:
     120Grazie amorose mai non furon tarde.