Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/499

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promettendo, all’uno porgendo la mano, l’altro abbracciando, si fanno ire all’assalto con impeto.

§. 31.

Negli eserciti si deve avere grande osservanza di pena, e di merito verso di quelli, che, o per loro bene, o per loro male operare meritassero o lode, o biasimo. Per questa via si acquista imperio grande.

§. 32.

La riverenza di chi comanda, i suoi costumi, le altre sue grandi qualità fanno a un tratto fermar le armi.

§. 33.

Quel Principe, che abbonda di uomini, e manca di soldati, deve solamente non della viltà degli uomini, ma della sua pigrizia, e poca prudenza dolersi.

§. 34.

Non può fuggire la fame quell'esercito, che non è osservante di giustizia, e che licenziosamente consuma quello, che gli pare, perchè l’uno disordine fa, che la vettovaglia non vi viene, l’altro, che la venuta inutilmente si consuma.

§. 35.


Nel Soldato debbesi soprattutto riguardare ai costumi, e che in lui sia onestà, e vergogna, altrimenti si elegge un istrumento di scandalo, e un principio di corruzione, perchè non sia alcuno, che creda nell’educazione disonesta, e nell’animo brutto possa capire alcuna virtù, che sia in alcuna parte lodevole.