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dal meritato supplizio, lieto si recò nell’Oriente per rivedere la patria e i parenti: ma la divina vendetta lo inseguiva; e morì per istrada. Questo è ciò che riguarda Pegasio e Solomone. Or vengo a Giustiniano e a Teodora, per dire che soggetti fossero entrambi, e in quanti modi travagliassero l’Imperio romano.
CAPO XI.
Teneva in Costantinopoli l’imperio Leone, quando tre giovinetti nati nell’Illirio, ed usi a lavorare la terra, e furono questi Zimarco, Ditibisto, e Giustino, a cui fu patria Bederina, per togliersi dalla estrema povertà in cui erano, pensarono di darsi alla milizia. Vennero essi a Costantinopoli a piedi, coi saghi sulle spalle, entro i quali nulla fuor che qualche pane per alcun giorno aveano da riporre; e questo era tutto quello che recavan da casa. Messi dall’Imperadore sul ruolo militare, poichè erano di egregio aspetto, furono scelti per servir nella guardia del monarca. Venuto poi all’imperio Anastasio egli spedì contro gl’Isaurii, i quali si erano messi in armi, un floridissimo esercito, datone il comando a Giovanni Gibbo. Questi fece metter prigione Giustino, fattosi reo di capitale delitto; e dovea di lì a due giorni perder la testa, quando, siccome Giovanni stesso era solito a raccontare, questi ne venne ritenuto