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Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/252

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monio, di cui qui si parla. E Procopio, che qui accenna il matrimonio concertato bensì, ma non conchiuso, e mostra Teodora tanto risolutamente contraria al medesimo, altrove chiamandolo genero di Germano viene ad indicare che infine quel matrimonio ebbe effetto. Il che può credersi succeduto, dopo che Teodora fu morta.

2.° Germano poi, padre di Giustina sposata da Giovanni, essendo nipote di Giustiniano, dovea naturalmente essere odioso a sì cattiva ed ambiziosa donna, qual’era Teodora. A proposito del quale non occorre qui dire altro, se non che per ambiguità di vocabolo usato dagli Scrittori greci, anche molti latini l’hanno diversamente chiamato, chi per parte di fratello, chi per parte di sorella, nipote di Giustiniano. Procopio però lo ha sempre indicato col vocabolo, che lo esprime figlio del fratello, avendo egli con eguale costanza usato costantemente il vocabolo che esprime il figlio della sorella, quando si trattava di nipoti per parte di questa.

3.° Rispetto a quanto si dice, che Teodora avea sempre impedito che Germano facesse alcun matrimonio degno del grado suo, possiamo aggiungere che rimasto vedovo della prima moglie, Giustiniano gli fece sposare una donna caduta prigioniera di guerra, di nome Matasueta, la quale però era nata della nobilissima famiglia gota degli Amali, figliuola della regina Amalasunta, e stata moglie del re Vitige dalla quale ebbe un figlio, chiamato Germano il postumo. Da Passara, che avea sposata prima, avea avuti due maschi, uno Giustino e l’altro Giustiniano di nome, ed una femmina, e questa fu appunto Giustina, della quale qui si è parlato.

4.° Sollecitavasi Teodora a far seguire il matrimonio di suo nipote Anastasio, veggendosi minacciata di finire presto la vita; e si fa conto che l’attentato qui esposto succedesse pochi mesi prima ch’ella morisse. Il che coincide nell’anno vigesimo secondo del regno di Giustiniano, in cui appunto cade e la morte di quella Imperatrice, e la venuta a Costantinopoli di Antonina, e l’andata in Oriente di Belisario dopo l’infelice sua seconda guerra d’Italia.