Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/374

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torità egli ne amministrava l’imperio. Stassi questa chiesa sul lido del mare, per religione inclita ed augustissima. La sua larghezza è in piena proporzione colla lunghezza. Non vi vedrai a sostegno sia di sopra, sia di sotto, che pezzi di marmo pario disposti in forma di colonne; e queste colonne dappertutto riescono a filare perfette, salvo che in mezzo, d’onde nell’interno si discostano e formano seno. La prima cosa, che ha da ammirare chi mette il piede colà, è l’altezza notabile della fabbrica, salva da ogni pericolo di rovina, come pure la magnificenza, nella quale nulla v’è che non sia propriissimo.

Alla stessa Madre di Dio edificò pure altra chiesa presso la Fontana: chè così chiamasi il luogo, in cui v’è un ombrosissimo piantamento di cipressi, una prateria piena di fiori; un giardino copiosissimo d’alberi fruttiferi, ed una fontana, che tacitamente scaturendo diffonde leggiera e dolce acqua: nè ivi manca alcuna cosa alla religione conveniente. Le cose accennate stanno all’intorno della chiesa: ma quanto riguarda la chiesa medesima esprimerlo con degno discorso non è cosa possibile, e nemmeno l’adombrarlo colla immaginazione. Basterammi dire che per isplendidezza e grandezza va innanzi alla maggior parte delle altre. Questa e l’altra sono presso le mura della città: quella delle Blancherne sul lido del mare, dove le mura appunto incominciano: l’altra fuori della Porta aurea, che trovasi nell’ultima fortificazione: onde entrambe, come inespugnabili baluardi proteggono le mura della capitale. Nell’Ereo inoltre, volgarmente detto l’Ierio,