Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/375

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inalzò alla Vergine una chiesa, che nissun facilmente potrà con parole descrivere.

In quel luogo della città che chiamasi il Deuterone, o vogliam dire il secondo, un tempio nobilissimo e sicuramente mirabile edificò a S. Anna, che alcuni credono essere stata Madre della Vergine, ed avola di Cristo: imperciocchè Dio come volle farsi uomo, così non ricusò il terzo grado di parentela, ed è per questo che all’uso umano viene descritta la sua materna prosapia. Poco lungi di lì, nell’ultimo vico della città, fondò l’augustissimo tempio di Zoe martire.

In Costantinopoli avea trovata la chiesa dell’Arcangelo Michele, angusta, oscurissima, nè degna da dirsi dedicata all’Arcangelo da certo Senatore, antico patrizio, poichè era similissima ad una camera di casa non molto ricca. Per lo che avendola fatta demolire dai fondamenti, onde nulla rimanesse del primo squallore, spaziosissima la rifabbricò, come noi la veggiamo, e sì decorosa da destare somma ammirazione. Questo tempio è sì riquadrato, che la sua lunghezza non molto supera la larghezza. La parte riguardante il levar del sole, al basso è assai grossa; ed è da ogni canto composta di una gran mole di pietre: nel mezzo a poco a poco restringendosi, si ripiega poi dall’una parte, e dall’altra è sostenuta da colonne di varii colori; e la parete riguardante il tramonto del sole dà luogo alle porte.