Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/422

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e fatta di terra. Quel tempio poi era anche illustre per le molte offerte, e per la sacra suppellettile. Le quali cose prese avendo Giustiniano in considerazione, cinse il luogo di mura fortissime, e lo provvide di acqua, avendone raccolta gran quantità in opportuni serbatoi. Vi fece inalzare ancora case, portici, ed altri edifizii, quali sogliono adornar le città; e vi pose un presidio ad opportuna difesa. E di fatti avendo Cosroe, re dei Persiani, bramosissimo di conquistare la città, posto ad essa l’assedio con grande esercito, per la saldezza delle fortificazioni fu obbligato a ritirarsi senza alcun costrutto.

Con egual cura prese a fortificare tutte le altre città, e i castelli posti alla estremità di quella regione, Barbalisso, Neocesarea, Gabula, Pentacomia, che è sull’Eufrate, ed Europo; ed avendo trovato che le mura d’Imeria, in parte fatte provvisionalmente, e poco stabili, in parte di pura terra, e senz’acqua per chi vi stava, e per ciò oggetto pe’ nemici di riso; demolì tutto, e poscia con forte pietre riedificò in largo ed alto quanto conveniva; e presso le fortificazioni costruì cisterne, che empì di acque piovane, e postavi guarnigione, fece di quel luogo, siccome or veggiamo, una piazza forte. Le quali cose chi consideri, e valuti tutte le altre opere fatte da Giustiniano Augusto, dovrà certamente dire, che per beneficare egli ebbe l’imperio, pensando Dio continuamente alla salute de’ Romani.

Oltre queste cose avendo egli saputo che Jeropoli, città principale di quella regione, era aperta a chiunque volesse rovinarla, colla sua prudenza la conservò.