Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/424

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CAPO X.

Giustiniano ristaura Antiochia da Cosroe abbattuta;
la fortifica, e l’adorna.


Cosroe, barbaro re, senza riguardo nè al giuramento, con cui avea sottoscritta pace perpetua, nè alle somme di denaro, che per quella pace avea ricevuto, invidiando a Giustiniano Augusto l’acquisto con felice guerra fatto dell’Africa e dell’Italia, volle, piuttosto che stare alla fede del giuramento, seguire il suo furore; e colta l’occasione, in cui la massima parte dell’esercito romano era in occidente, invase le terre dell’Impero, recando egli medesimo la nuova del suo arrivo, poichè i Romani della spedizione de’ nemici non aveano avuta notizia veruna. Ora le città da Cosroe prese Giustiniano fortificò ed abbellì in maniera, che tutte oggi più che dianzi felici, niun timore hanno delle rovinose aggressioni de’ barbari, e sono pienamente sicure dalle loro insidie.

Tra le prime è da contare Antiochia, ora detta Teopoli, assai più forte e più bella per di lui opera divenuta, di quello che fosse per lo innanzi. Le sue mura prima erano più ampie, e comprendevano un vastissimo spazio, in cui erano e campagne coltivate, e fin anche altissime rupi: per lo che essa era esposta a molte insidie. Adunque egli la restrinse, quanto propriamente occorreva; nè più le sue mura cingevano uno spazio vuoto, ma solamente la vera città; e la parte inferiore delle mura, ove essa estendevasi non senza pericolo, perchè essendo posta in terreno molle, e pel troppo