Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/49

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allegar passi de’ varii suoi libri, che uom pagano e idolatra non avrebbe voluto mai scrivere: la sola necessità di essere breve fa che da ciò mi astenga. Ma non posso a meno di non dire qualmente uno sciagurato modo di pensare si è questo, che la diversità di religione in uomo ben educato, e per tutta la vita stato grave e riputato, e non fanatico, nè in alcuna cosa mortificato, possa condurre a tanta frenesia da scrivere una lunghissima serie di calunnie. Se a tempi nostri si è veduto cadere in simile frenesia vigliacca un Goldsmith, non occorre dire che tutti i pubblici documenti appalesano l’impudentissimo suo attentato: basta osservare, che niuno vorrebbe disonorarsi paragonando Procopio a quel miserabile e stolto calunniatore. Mentre adunqne l’Eiscelio tanto violentemente insorgeva contro l’Alemanno, perchè dissimulare la forza dei documenti che nelle sue Note storiche quel valentuomo citò in confermazione di quanto Procopio avea detto? Io ho di sopra spiegato questo perchè; e qui aggiungerò, che non potendo smentirli, si è stoltamente avvisato di nasconderli recando in mezzo fatti diversi, che stanno da sè, ne possono infirmare gli altri. E quando egli oppone, che in questa Storia segreta Procopio dice cose contrarie alle dette negli altri libri, procede malignamente, dissimulando quanto nel proemio di questo Procopio dichiara. E se s’avesse a ragionare sul serio in proposito di un