Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/72

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l’Alemanno, alle quali nulla avea aggiunto l’Eiscelio inteso unicamente a ricambiare con ingiurie la benemerenza di quel valentuomo, le sue proprie unendo, fortunatamente perfezionò l’opera per la faustissima combinazione di un sussidio inaspettatamente venutogli. Fin verso quell’epoca non conoscevansi della Storia segreta che i due codici vaticani dall’Alemanno scoperti. Il Montfaucon nella sua Biblioteca delle Biblioteche tra i MS. dell’Ambrosiana non fa menzione della Storia segreta; ma parlando delle opere di Procopio ivi vedute, e individuandone alcune, termina dicendo et alia; ed accenna volumina IX. Fosse per queste espressioni, fosse per puro accidente, il P. Poussin, altro dottissimo gesuita, ch’ebbe mano alla pubblicazione di Scrittori bizantini, trovò nell’Ambrosiana la Storia segreta, ne trascrisse le lezioni varie, e principalmente quanto nell’incominciamento mancava ne’ codici vaticani: e tutte queste cose mandò al Maltret. Così questi potè in miglior forma riprodurre il testo di Procopio.

Sussistono in fatti in questa per tanti titoli preziosissima Biblioteca ambrosiana due esemplari MS. della Storia segreta, scritti entrambi di buona mano, uno de’ quali, il più bello e più antico, dicesi portato dalla Tessaglia, probabilmente al tempo dell’ illustre Fondatore di questa Biblioteca, ben sapendosi che spediti egli