Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/168

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146 GUERRE PERSIANE

samenti. Ad evitarne pertanto le triste conseguenze usa di tutti i mezzi sin che n’hai il destro, acciò non debbali, perduti, inutilmente cercare, sendo ben malagevol cosa il mettere riparo ad una opportunità fuggitaci di mano, ed assai prudente consiglio il profittare del tempo ad antivenire il male, ed a tenere indietro le molestie d’un oppressore nemico».

III. Il Persiano rimaso persuasissimo delle ammonizioni di Vitige, quasi sprone a corrente destriero, vie più s’accese nella sua brama di romperla con Giustiniano, non consentendogli la gelosia che animavalo contr’esso di por mente alla origine loro, da popoli vo’ dire avversi a’ Romani il perchè rinvenutele conformi alle inclinazioni dell’animo suo vi prestò ferma credenza, come appunto fece per riguardo alle ambascerie dei Lazj e degli Armeni, futuro argomento della mia istoria. Ma questi tutti per sottrarsi dall’imperatore adducevano pretesti tali, che avrebbero potuto di leggieri meritar luogo tra gli encomj grandissimi d’un principe generoso, non mordendo effettivamente in noi che la voglia di aggrandire e procacciare maggior lustro al suo imperio, accuse applicabili eziandio al re persiano Ciro ed al macedone Alessandro1. Ma, co-

  1. Le qui dette monde lievissime e quasi virtù osserva ora come vengono rappresentate nella Storia Segreta (cap. 20) «Giustiniano fu quegli che di continuo eccitò l’incendio della guerra, non avendo mai voluto nelle cose consultare l’opportunità del tempo, e tutto anzi intraprendendo fuor di proposito. In seno della pace, e in mezzo alle tregue, con mala arte cercar sempre contro i confinanti pretesti di guerra; a guerra dichiarata im-