Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/291

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LIBRO SECONDO 269

trabili. In allora però l’esercito del re non trovatavi difesa ed avendo a guide gl’indigeni stessi potè agevolmente vincere tutte le difficoltà del suolo1.

IV. Ora Gubaze informato della venuta de’ Persiani ordinò a Dasisteo che inviasse parte delle sue truppe a custodire le gole delle montagne oltre al Fasi, continuando col resto l’assedio infinattantochè non impadroniscasi di quelle mura, ed egli marciò con tutti i Colchi all’altra estremità de’ Lazj per difenderne i passi; aveva eziandio poco prima stretto lega cogli Alani e co’ Sabiri, promettendo loro a nome dell’imperatore trecento aurei acciò guarentissero dalle scorrerie persiane la Colchide, e sì devastassero la Iberia che non potessevi più mettere piede un esercito nemico. Gubaze adunque riferendo a Giustiniano i fatti accordi, pregavalo che spedisse ai Lazj questo danaro per togliere da impaccio que’ meschini pericolanti della vita, e richiedevagli eziandio per se stesso due lustri di soldo come annoverato da altrettanti anni tra’ silenziarj senza averne mai il convenevole stipendio; tali erano le suppliche di costui, e l’imperatore accolsele benignamente, ma sorvenutigli nuovi impegni nol potè subito accontentare.

  1. Non è fuor di proposito l’aggiungere qui alla topografia della regione la pretesa origine de’ suoi abitatori secondo la mente di Diodoro Siculo e di altri storici. Si vuole adunque che il re Sesostri raccolto nell’Egitto un forte esercito apportasse nell’Asia mettendola tutta a soqquadro, e giunto nella Colchide (sotto il qual nome comprendevasi anticamente anche la Lazica) vi lasciasse una colonia, d’onde ebbero principio i Lazj, detti perciò da alcuni scrittori anche Egizj.