Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/339

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LIBRO PRIMO 313

catare questa dilazione ed a cattivarsi con molto danaro la soldatesca romana: il suo desiderio poi d’indugiare la pugna fondava sulla speranza di veder sorgere nel chiesto intervallo un propizio vento. Basilisco adunque sia per secondare i voti di Aspare, sia compro dal barbaro, sia anche per sua intima persuasione di ben fare vi acconsentì, rimanendosi tranquillo nel campo ad attendere l’occasion favorevole ai nemici.

V. Così i Vandali al soffiare di propizio vento navigarono alla volta degli assalitori, e fattisi loro dappresso metton fuoco alle vuote fuste avvisatamente condotte, e spingonle contro dei vascelli romani, i quali per essere molti di numero soggiacquero a gravissimo danno. Allo sparpagliarsi inoltre delle fiamme tra questi, tutto fu disordine, grida e sbigottimento, mirando ognuno a campare da quel terribile incendio; ma i barbari parandosi loro innanzi non cessano di ferire, d’imprigionare, e di sommergere nelle onde chiunque ha cuor di resistere, o tenta salvarsi con disperata fuga.

VI. Non mancaronvi tuttavia parecchi esempi dell’antico valor romano, ed, a ridirne alcuno, abbia qui onorevole menzione Giovanni vicegerente di Basilisco, il quale vedendo il suo vascello attorniato dai barbari ne sostiene coraggiosamente l’impeto, e ridotto agli estremi, anzichè incorrere nelle mani loro, gettasi armato in mare. Terminata siffattamente la guerra Eraclio ripatriò, Marcellino ebbe morte da un perfido, e Basilisco rifuggi in Bizanzio entro la chiesa del divin Salvatore, o, con altro nome, di S. Sofia, e quindi ai prieghi dell’imperatrice Verina ottenne gra-