Vai al contenuto

Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/465

Da Wikisource.

LIBRO SECONDO 439

ronsi a grandi speranze, essendo il duce loro di elevatissima taglia e destro alle armi sopra ogni altro guerriero tra essi; vedevano d’altronde il competitore e più piccolo men disposto della persona. Montati adunque entrambi in sella, Iabda fu il primo ad avventare l’asta, riuscì però ad Altia, fattoglisi incontro, di agguantarla con la destra e con l’universale ammirazione e spavento del rivale e di tutto il costui esercito. L’Unno quindi colla sinistra incoccato l’arco saettò, appena renduta libera l’altra mano, il destriero del Maurusio, il quale ebbene subito un secondo, e balzatovi sopra diedesi velocemente a fuggire traendo seco le truppe in iscompiglio; così Altia conquistò i prigionieri con tutta la preda, e fece grande il suo nome e riputatissimo per l’Africa intiera. Ma basti di tali vicende.

II. Salomone trattenutosi alquanto in Cartagine marciò di là coll’esercito verso il monte Aurasio contra Iabda per gastigarlo dei saccheggiati castelli in Nunidia, quando le sue truppe dimoravano presso alla Bizacene. Innanzi tutto però davan fomite a questa guerra Massona ed Ortea, capi dei Maurusii, per cagione di private loro inimicizie, odiandolo il primo siccome reo della uccisione a tradimento del padre suo Mefania, sebbene sposato avessene la figlia; ed il secondo perchè stato era consigliero a Mastina, prefetto della Mauritania, di sfrattarlo con tutti i suoi da quell’antica dimora. Il romano esercito pertanto co’ Maurusii addivenutigli confederati fece alto al fiume Abisa, il quale va serpeggiando pel suolo vicino all’Aurasio: Iabda però non estimando abbastanza sicuro lo accampare di contro al