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LIBRO SECONDO | 453 |
ribelli non iscemasse questo la forza del saettamento loro ed accrescesse quella delle armi nemiche, giraronsi di fianco, acciocché i Romani obbligati di fare il simile fossero per averlo di contro ; ma Belisario vedendoli mutar l’ordinanza comandò che si traesse l’arco, e quelli fuggirono tosto nella Numidia , ove raccozzatisi conobbero mancar loro pochissimi Vandali, perciocchè il vincitore contento di quella rotta non volle seguirne le tracce ; accordò bensì alle sue truppe il saccheggio del campo, dov’e’ non rinvennero uomini, ma danaro in copia e taluna delle donne incitatrici della guerra. Egli di là tornato in Cartagine ebbe l’avviso d’altra sommossa delle truppe a stanza nella Sicilia, a reprimere la quale voleavi di necessità la sua presenza. Laonde riordinata, come poté il meglio, l’africana repubblica, e dato il governo di Cartagine a Ildigero e Teodoro, salpò nuovamente per l’isola.
VI. I capitani poi della romana soldatesca nella Numidia informati della venuta di Stoza e de’ suoi arrolamenti prepararonsi ad una vigorosa resistenza. Marcello e Cirillo comandavano i confederati, Barbato i cavalieri, Terenzio e Serapi la fanteria ; Marcello in fine , siccome governatore della Numidia, erane il condottier supremo; il quale inteso il nemico a Gazofili1, o vuoi due soli giorni lontano da Costantina, mosse ad in-
- ↑ (1) Detta parimente Gazaufula, e supposta dagli eruditi la Gausafana di Tolemeo; nella Tavola Pentingeriana é scritto Gasaupala. Leggiamo poi nel lib : Notitia imperii ec. In Numidia est Augentius Gazaufulensis, ed in S. Augustino: Salvianus a Gazaufula ( lib. vii contra Donatistas).