Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/497

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LIBRO SECONDO 473

sottrattosi occultamente dall’eccidio, il quale potè raggiugnere i compagni ed informarli dell’avvenuto. Questi udita la riferta corrono ad armarsi negli alloggiamenti, e quindi marciano in ordinanza contro i Romani. Sergio però, avvertitone, parte con Pudenzio e con tutto l’esercito ad incontrarli, ed appiccata la zuffa n’esce vincitore uccidendone molti, saccheggiando lor tende, e prendendo le donne e la prole, se non che Pudenzio temerariamente confidatosi nelle forze sue vi perde la vita; poscia sul calare delle tenebre retrocedette coll’esercito vittorioso e carico di bottino nella gran Lepti.

Passato nondimeno breve tempo que' barbari tornarono con maggiore apparecchio a disfidare i Romani, alla qual nuova Sergio corre da Salomone, ove rinvenne suo fratello Ciro, per indurlo a muovere con tutto l'esercito contro il nemico; i Leucati intanto presa la via della Bizacene mettevanne a ferro e fuoco le adiacenze. Antala poi, quel desso che rimasto fedele ai Romani proseguiva a regnare nella regione, ora anch’egli mal sentiva di Salomone, aggravandolo di aver tolto il frumento a quanti de’ suoi veniva somministrato dall'imperatore, e dell’uccisione del proprio fratello accusatolo falsamente d’intentata rivolta, mercè di che unitosi agli altri nel guastare le terre, e stretta lega coi Leucati marciava alla testa delle sue truppe verso Cartagine. Il costei governatore andò coll'esercito ad incontrarlo, ed arrivato a Baste1, città lontana sei giorni dalla capi-

  1. (1) Zebaste secondo altri codici, ed annoverata dall’Ortelio tra le città di sconosciuta posizione.