Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/53

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LIBRO PRIMO 33

tiere ad incontrarli; e queglino assai lontani dal supporlo in marcia coll’intiero esercito, credeansi aver che fare appena con qualche frazione di esso. Areobindo era attendato in quel degli Arzanenii, lunge due giornate di pedestre cammino1 da Costantina2, e Patrizio ed Ipazio presso di Sifrim, non più che stadj trentacinque da Amida; Celere proseguiva ancora la sua andata.

IV. Areobindo all’udire che moveagli contro tutto l’esercito persiano, abbandonati di gran fretta gli alloggiamenti, riparò colle truppe entro Costantina, ed appena datosi alla fuga l’inimico ne sorprende il campo, e rinvenutolo vuoto di gente lo mette a guasto;

  1. Il cammino pedestre secondo il N. A. era di stadj 105 (Guerre vandaliche, lib. I, cap. 1). Lo stadio greco, parlandosi di quello comune, agguagliava l’ottava parte del miglio romano, o sia tese parigine 94 ½, quindi le due giornate di cammino corrispondono a miglia romane 26 ¼.
  2. Costantina secondo Stefano, Costanza secondo Suida. È città della Mesopotamia sulle rive dell’Eufrate, dal quale ebbe il nome di Eufratesia. Isidoro Caraceno la dice: Opus regis Alexandri, appoggiato forse all’autorità di Plinio, il quale scrisse (lib. vi, cap. 26): In vicinia Euphrates Nicephorion, quod Alexander jussit condi propter loci opportunitatem. Si vuole poi da qualche storico che Seleuco, quarto di questo nome nella successione dei re di Siria, dopo averla fortificata la chiamasse Nicephorion in grazia delle sue vittorie contro gli Armeni. Giustiniano ristaurò splendidamente le sue mura, e v’introdusse gran copia d’acqua potabile molto difettandone gli abitatori. Ora è detta Nesrun.